Più facile la strada verso il successo per le aziende che investono su web, ecommerce, innovazione e internazionalizzazione. Il Rapporto 2014 dell’Osservatorio sulle piccole e medie imprese. Ecco la ricetta che permette di sconfiggere la crisi

di MARCELLO GELARDINI

da la Repubblica 29 luglio 2014

IL FUTURO della nostra economia passa per la Rete. Per le eccellenze in digitale. Sono loro, infatti, a trainare il settore delle piccole e medie imprese in Italia; e lo saranno ancora di più in futuro, visto che la tendenza su scala globale richiede una sempre maggior attenzione per l’internazionalizzazione e l’innovazione web per riuscire a conquistare fette consistenti di mercato. È quanto dice il Rapporto 2014 dell’Osservatorio sulle Pmi, istituto ormai cinque anni fa dalla società di consulenza finanziaria Global Strategy e diventato nel tempo un indicatore più che attendibile sullo stato di salute dell’artigianato e dell’impresa locale.

Sono 327 le aziende medio-piccole, selezionate all’interno di un campione di circa 8mila consistenti realtà produttive nazionali (con un fatturato tra i 20 e i 250 milioni di euro annui), che nell’ultimo anno hanno saputo tamponare la crisi con iniziative mirate e che possono perciò essere considerate ‘eccellentì dal punto di vista sia del rendimento che delle strategie. La maggior parte di queste opera in settori ‘maturi e tradizionalì (meccanica e metallurgia) ma anche le aziende di ‘servizì (attive soprattutto nello sviluppo di software e soluzioni per la produttività) hanno registrato un buon tasso di crescita, mentre si cominciano ad affacciare da protagoniste del mercato anche le imprese del tessile, del calzaturiero e dell’abbigliamento. Tre su quattro sono concentrate all’interno del tradizionale triangolo industriale Nord-Occidentale (Milano-Torino-Genova) ma è il Centro che vede un aumento percentuale maggiore di ‘eccellenze’, mentre il Nord-Est arranca un po’ e il Sud non riesce ancora a decollare. Rispetto al passato, dominato dalla regola ‘il marchio prima di tutto’, oggi puntano quasi tutto sulla qualità del prodotto e sulla capacità di rispondere alle mutevoli richieste del mercato globale. Dimostrando una forte vocazione internazionale (in media, quasi il 40% del fatturato proviene dalle esportazioni, quota che stimano d’incrementare ulteriormente del 9% nei prossimi tre anni).

Ma il dato più interessante, aldilà di bilanci e volumi di vendite, di dimensioni, collocazione geografica e analisi sullo sviluppo del prodotto è che praticamente tutte investono, e non poco, sulle potenzialità di internet e sui mercati esteri per imporsi anche oltre i confini del proprio territorio di riferimento. Un buon sito e una piattaforma multilingua possono essere il propulsore per la crescita. I fatti lo confermano. Le Pmi eccellenti sono oggi particolarmente sensibili all’innovazione, investono in media il 5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo e, di questa porzione di bilancio, ben il 15% viene dedicato allo studio di soluzioni digitali a supporto del business. Il 73% degli imprenditori, inoltre, si mostra favorevole all’utilizzo di piattaforme web, che in molti casi sono tradotte in più lingue e che si rinnovano a seconda dei nuovi trend di mercato. Il 93% delle imprese eccellenti ha, così, un sito multilingua o, come minimo, in inglese; il 64% di queste ha ristrutturato il proprio sito negli ultimi tre anni, spinte con molta probabilità dalle economie emergenti (Cina e sud-est asiatico, Russia e paesi arabi su tutti); praticamente la metà (46%) utilizza, parallelamente al portale, i principali social network per aumentare il bacino d’utenza potenziale; quasi il 30% ha sviluppato applicazioni per il mobile.

Unica note dolente, forse, riguarda l’ecommerce: solamente il 15% delle Pmi più produttive vende online; il loro approccio alla multimedialità è ancora di tipo tradizionale, con il sito internet che viene visto più come una vetrina che come un vero e proprio negozio virtuale. Un piccolo scatto in avanti, con un’evoluzione del business in direzione di un sempre maggior sfruttamento delle vendite online, potrebbe essere il tassello che manca per far diventare molte piccole e medie imprese dei forti competitor su scala europea. Anche perché, all’estero, sono attrezzati in tal senso già da parecchi anni e perdere questo treno quando si è ancora in tempo, con l’ecommerce che è in una fase di continua evoluzione, potrebbe essere un peccato imperdonabile.

Soprattutto per le aziende più piccole, che producono magari oggetti o servizi di nicchia, la Rete potrebbe infatti diventare il luogo in cui far decollare definitivamente il brand. Internet permetterebbe di semplificare le modalità di promozione, di renderle meno costose e più dirette, di presidiare mercati altrimenti difficilmente raggiungibili in maniera così immediata, di attrarre nuovi clienti, di capire in breve tempo su quali aree concentrarsi per diffondere il prodotto e di cambiare strategia in poche mosse senza ulteriori e pesanti investimenti. Per non disperdere quel potenziale ‘eccellentè che, per le piccole e medie imprese in particolar modo, è solo il punto di partenza per diventare aziende di successo.