Non credere nel web costa caro a giudicare dalle percentuali dei fallimenti che sono correlati alla mancata presenza on line. Non solo l’Italia ma anche l’europa sta nicchiando come dai dati estrapolati dall’articolo di Prima comunicazione di qualche tempo fa.
L’83% delle aziende italiane fallite nel 2013 non era sul web, l’Europa investe poco nella digital economy.
L’Europa non sta investendo abbastanza nel web, perdendo così enormi opportunità di business e di crescita economica. I dati dell’ultimo report della società belga Email-Brokers rivelano che, dei 25 Paesi europei considerati, solo 9 hanno almeno il 50% delle loro imprese presenti su internet (l’Italia è tra questi con il 53%). Nemmeno e-commerce e social media sembrano avere grande fascino per le aziende.
“E’ giunto il momento che i parlamentari inseriscano in agenda le opportunità offerte dall’economia digitale piuttosto che concentrarsi costantemente sulla protezione dei dati”, dice William Vande Wiele, ceo di Email-Brokers.
Lo studio di Email-Brokers si basa sui trend di sviluppo del web in Europa nel 2013 e mostra che Germania (64%), Belgio (63%) e Paesi Bassi (59%) sono, esattamente come l’anno precedente, i Paesi europei con la percentuale più alta di aziende online. L’Italia è in buona posizione con il 53%. In coda alla classifica ci sono invece i Paesi dell’Est: la Lituania al 16%, l’Albania al 18% e la Serbia al 19%.
Per quanto riguarda i social network, i Paesi più sviluppati sono la Spagna con il 25% delle società (tra quelle presenti sul web) attive su Facebook e Twitter, la Svezia (24%), la Repubblica Ceca (19%), il Belgio (18%) e l’Italia (17%). I più deboli sono invece Malta (1%), Estonia (2%), Cipro (3%) e Albania (4%).
In termini di e-commerce i migliori sono Regno Unito e Repubblica Ceca, che hanno l’11% delle loro attività rivolte alla vendita online. L’Italia è al 5%.
Il Regno Unito è però in testa anche alla classifica dei siti illegali, con l’85% dei siti non conformi alla legislazione. A seguire ci sono Malta (84%), Portogallo (83%), Albania (81%), Belgio e Grecia (entrambe 79%). Virtuosi sono invece Ungheria (18%), Lussemburgo (19%) e i Paesi Scandinavi (9% per la Danimarca, 11% per la Norvegia e 19% per la Svezia).
Ultimo dato ma non meno importante, quello dei siti web che non vengono aggiornati da più di un anno, con l’83% dei siti web obsoleti per Malta, l’82% per il Regno Unito, l’81% per la Germania e il 79% per l’Italia.
“Mentre il Vecchio Continente si trova ad affrontare continue sfide economiche, Internet può dimostrare di essere la chiave per uscire dalla crisi e sviluppare nuovi e fiorenti business”, continua William Vane Wiele. “L’87% delle aziende tedesche che sono fallite che nel 2013 non erano presenti in Rete e la stessa tendenza è quella che si riscontra in Paesi Bassi (86%), Spagna (84%), Italia (83%), Belgio (82%), Francia (81%) e molti altri”.